Come dev’essere.

Ieri a passeggio con la Ziachenonèzia si parlava di un’amica comune che, sposata da pochi mesi, è già incinta ed è in crisi perchè non credeva di restarci subitissimo e adesso si sente soffocare dall’enormità della sua nuova condizione. Comprensibile direi, perchè in fondo credo che per tutti, il ritrovarsi a fare i conti col diventare genitori non sia una passeggiata, o quantomeno, i primi giorni immagino che sia un’ emozione enorme, nell’ accezione positiva e negativa del termine.

Ma questo mi ha fatto pensare a come dev’essere decidere di avere un figlio e restare incinta così, subito.

A come dev’essere fare un figlio facendo l’amore, senza ansia, senza conti, senza farmaci, senza “oggi lo dobbiamo fare perchè è il giorno buono”.

A come dev’essere sapere di avere un ritardo, e un ritardo sensato, non come i miei che non sono ritardi ma proprio mancanza.

A come dev’essere fare un test, magari il primo della tua vita e veder comparire due linee. Belle. Marcate. Rosa.

A come dev’essere non aver mai pianto da sola in bagno per non far pesare la tua disperazione di donna infertile sulle spalle già addolorate del tuo compagno.

A come dev’essere non sapere nulla di ovuli, stick, temperatura basale, muco, spermiogrammi, isterosalpingografie, e percorsi pma.

A come dev’essere dire al tuo compagno che diventerà papà dopo un solo mese di tentativi e vederlo felice, fiero, soddisfatto di sé stesso perchè si sa, l’uomo è uomo e certe cose lo inorgogliscono.

A come dev’essere dover superare lo shock, perchè con tutto l’amore del mondo, ma di shock deve trattarsi quando inizi a cercare e dopo un attimo sei incinta.

A come dev’essere sentirsi Donna, nido, culla d’amore.

A come dev’essere non sentirsi inadeguata, triste, inutile. Sterile. In tutti i sensi, mentalmente e fisicamente.

A come dev’essere desiderare un figlio ed averlo.

 

 

 

6 pensieri su “Come dev’essere.

  1. Ciao Raffaella, approdando sul tuo blog e leggendo un pò qua e la ho trovato il tuo post, bellissimo, che ho commentato, poi ho trovato quello che intitolavi Com’è? e sono rimasta incredibilmente colpita dalla somiglianza dei miei pensieri con i tuoi. Quello che hai provato è esattamente quello che ho sentito anch’io, al punto che ho avuto difficoltà a commentare, mi preoccupava che tu potessi pensare che avevo copiato quello che avevi scritto! 🙂 Questo però mi ha fatto pensare ancora una volta che è veramente bello condividere questo viaggio faticoso con delle donne forti e coraggiose che sanno cosa si prova, che condividono gli stessi dolori e le stesse gioie, perchè chi non l’ha provato sulla propria pelle, anche se ti è amico, anche se ti è vicino con tutto il cuore, non può capire fino in fondo. Grazie mille a te! Un carissimo saluto!

    • Carissima, non sai quante volte mi è capitato di leggere i miei stessi sentimenti, di provare sulla mia pelle quello che altre provavano. Come dici tu, il nostro viaggio e’ simile a quello di tante altre donne. Non so se lo sai ma da pochissimo E’ uscito il mio libro ” Lettera a un bambino che è’ nato. Storia di una procreazione medicalmente assistita” edito da Imprimatur. All’inizio il libro doveva essere solo per mio figlio, solamente dopo, quando mi sono accorta quante eravamo a sentire lo stesso dolore, ho deciso di renderlo pubblico. A costo di sembranti sfacciata e di farmi pubblicità, ti dico, leggi lo. TI infonderà fiducia, ti ci ritroverai e vedrai alla fine del viaggio una luce. io l’ho trovata e l’ unico modo per ringraziare della buona sorte e’ stato rendere al mondo un po’ di speranza. Spero ti porti fortuna.
      A presto
      Raffaella

  2. Cara Raffaella, è proprio così! Ogni giorno scopro sempre più quanto il mio viaggio sia simile a quello di altre donne che stanno percorrendo la stessa strada magari per problemi completamente diversi e il percorrerne un pezzetto insieme, chiacchierando, condividendo, piangendo un pò a volte, rende il viaggio molto più lieve. Quando leggo storie come la tua, difficili, dolorose, ma a lieto fine, mi sembra che mi arrivi una ventata d’aria fresca, una brezza leggera che asciuga le lacrime,la speranza che un lieto fine sia possibile mi infonde una grandissima gioia quindi grazie, di cuore, per condividere tutto questo. Sarò davvero felice di leggere il tuo libro, ho visto che posso trovarlo su Amazon e lo prenderò al più presto, sono sicura che mi sarà d’aiuto, nel frattempo non mancherò più dal tuo blog! Un abbraccio

  3. A volte me lo sono chiesta anch’io, e tutt’ora me lo chiedo.
    E’ qualcosa che non saprò mai…ora quello che spero è sapere come sarà essere madre. Anche se quel penserò, il chissà com’è …a volte torna, e fa male.

Scrivi una risposta a diarista Cancella risposta